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Datos del documento

Original, título
La tragedia dell’Europa
Original, fechas
1ª edición: La tragedia dell'Europa: che farà l'America? (Torino: Piero Gobetti editore, 1924).
Lugar de publicación
Madrid
Editor/Impresor
Calpe (editor)
Fechas
1924 [edición]
Edicion
1ª ed.
ISBD
La tragedia de Europa : ¿qué haran los Estados Unidos ? / Francisco Nitti. — Madrid : Calpe, 1924 . — 352 p., [1] h. de grab. ; 19 cm : retrato
Verificada
Ejemplares
  • BUB: 08 81537 (Cervera)
  • BAteneuB
  • BUPFabra
  • Madrid. Escuela de Guerra, Biblioteca: 16C-5-10233 -- Enc. hol. )
  • Biblioteca nazionale di Potenza
  • Biblioteca della Fondazione Luigi Einaudi - Torino
Observaciones

Véase OBSERVACIONES en reg. 4430. Hay ed. digital del texto italiano (firmado en Acquafredda in Basilicata, 18 Ottobre 1923): http://www.erasmo.it/liberale/testi/1194.htm. Sorprende, pues, la rapidez con que se tradujo en español, y en ruso (Tragedija Evropy cto sdelaet Amerika? (Berlin : Knigoizdatelstvo Volga, c1924)

Traductor

Anónimo -

Otras traducciones

Autor

Nitti, Francesco Saverio 1868 - 1953

Observaciones:

Político italiano (Melfi, 1868-Roma, 1953). Periodista y profesor de Economía, fue elegido diputado liberal en 1904. Ministro de Economía, Industria y Comercio (1911-14) y de Hacienda (1917-19), sucedió a Orlando como jefe del Gobierno en junio de 1919. Su mandato estuvo marcado por una profunda crisis política y social, por el auge del fascismo y por la incapacidad de socialistas y republicanos para coordinar sus esfuerzos en favor de la democracia. Presentó su dimisión en junio de 1920. Reelegido diputado en 1921, se alejó de la política tras el triunfo de Mussolini y no concurrió a las elecciones de 1924. Posteriormente se estableció en Francia, donde fue detenido por los alemanes durante la Segunda Guerra Mundial. Confinado en Austria, fue rescatado por los aliados en 1945 y pudo regresar a Italia. Ocupó un escaño en el Senado desde 1948. Gobierno en junio de 1919. Su mandato estuvo marcado por una profunda crisis . Statista e studioso di fama internazionale. Nasce a Melfi nel 1868 da una famiglia di modeste condizioni economiche. Dal 1890 al 1919 la sua vita si divide tra lo studio e l’attività politica. Dopo essersi laureato nel 1890 con una tesi sul “Socialismo cattolico” nel 1899 viene nominato professore di Scienze della finanza e Diritto finanziario nell’Università di Napoli. Nel 1904 viene eletto deputato del Collegio di Muro Lucano e nel 1911 Giolitti gli affida il dicastero dell’Agricoltura, Industria e Commercio, contribuendo in maniera decisiva alla nascita dell’ I.N.A. Rieletto deputato nel 1913, un anno dopo si dimette e non prende posizione sul problema della guerra fino all’intervento. In piena guerra (1917) è Ministro del Tesoro dedicandosi con impegno ai problemi della guerra e della ripresa economica. Sempre ministro nel suo dicastero si impegna sui temi quali il mantenimento dell’ordine, lo sviluppo di una efficace ripresa produttiva in un clima di accordo tra capitale e lavoro. Nel 1920, in un clima di violenti scontri di classi sociali, organizzazioni sindacali e politiche, accusato da una parte di incapacità a restaurare l’ordine, dall’altra di azione repressiva in tutela della classe borghese, Nitti si dimette da Presidente del Consiglio. Durante le elezioni del 1921, comincia ad essere bersaglio delle violenze dei fascisti. È rieletto, ma si ritira nella sua casa di Acquafredda nei pressi di Maratea. Dopo il 28 Ottobre del 1922 si rifiuta di partecipare ai lavori parlamentari e non riconosce la legittimità del governo fascista. Nel 1923 alcune centinaia di squadristi danno l’assalto alla sua abitazione romana devastandola. Nitti decide di lasciare l’Italia. Il 5 Maggio del 1925 scrive la Re sottolineando le responsabilità della monarchia per la sua convivenza con il regime liberticida. Nel 1926, a Parigi, continua l’attività di organizzazione antifascista. Nel 1943 è prelevato dalle SS e deportato in Tirolo. Torna libero nel Maggio del 1945. È eletto all’Assemblea Costituente; poi è Senatore di diritto. Il 1952 segna l’ultima sua battaglia democratica: scende in campo come leader della lista civica per le elezioni amministrative. Muore a Roma nel 1953. Tra le opere vanno ricordate: “Nord e Sud”, 1900; “La decadenza dell’Europa”, “Le vie della ricostruzione”, 1922; “Bolscevismo, fascismo e democrazia”, 1927; “Meditazioni dall’esilio”, 1948; “Meditazioni e ricordi”, 1953. Altre risorse: http://www.graffitinews.it/graffiti/agenda/050397mc.html http://www.vivariumnapoli.it/recensioneerbani.htm http://www.econ-pol.unisi.it/scdbanc/pubbl/bellisantoro.pdf