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Datos del documento

Original, título
Corso elementare di natural diritto ad uso delle scuole
Original, fechas
1ª edición: Corso elementare di natural diritto ad uso delle scuole (Napoli: Tipografia all'Insegna del Diogene,1845). Edición de base: Corso elementare di natural diritto ad uso delle scuole (6ª ed. ampliata di molte aggiunte dell'Autore, Napoli: G. Pedone Lauriel, 1857).
Lugar de publicación
Madrid
Editor/Impresor
Librería Católica Internacional (impresor) Manuel Tello (tipógrafo)
Fechas
1871 [edición]
Edicion
1ª ed.
ISBD
Curso elemental de derecho natural para uso de las escuelas / por el padre Luis Taparelli de la Compañía de Jesús ; traducido de la sexta edición enriquecida por el autor con nuevas notas, por G. Tejado. — Madrid : Librería Católica Internacional, 1871 (Imp. Manuel Tello). — 406 p. ; 17 cm
Verificada
Ejemplares
  • BPEOviedo: M.T.3/408 (Enc. editorial), BUAB: R 340.12 Tap, y otras bibliotecas españolas

Traductor

Tejado Rodríguez, Gabino 1819 - 1891

Personaje polifacético (político, periodista, escritor, traductor, entre otras ocupaciones) nacido en Badajoz y fallecido en Madrid. Estudió Humanidades en Cáceres y Derecho en Salamanca, Sevilla y Madrid. Inicialmente apoyó a Espartero, luego pasa a los moderados y finalmente abraza el carlismo. En 1843 es elegido diputado y se traslada a Madrid; será reelegido en numerosas ocasiones, también como senador. Junto con Francisco Villoslada y Aparisi Guijarro, perteneció al grupo de los llamados neocatólicos, defensores acérrimos de los derechos tradicionales de la Iglesia y antiliberales igualmente encarnizados. Su órgano fue el periódico «El Pensamiento Español», fundado por el propio Gabino Tejado en 1860. Publicó las obras completas de Donoso Cortés, su maestro, en 1854-55. En 1866 tradujo los “Elementi di filosofia speculativa” del neoescolástico Giuseppe Prisco. Fue autor de obras devotas, de adaptaciones teatrales, novelas edificantes y opúsculos político-morales (generalmente contra el catolicismo liberal), además de divulgador del pensamiento antiilustrado europeo a través de numerosas traducciones. En 1881 fue admitido en la Real Academia Española.

Autor

Taparelli D'Azeglio, Luigi 1793 - 1862

Observaciones:

Prospero Taparelli — che, indossando l’abito religioso, assumerà il nome di Luigi come segno di devozione per san Luigi Gonzaga (1568-1591) — nasce a Torino il 24 novembre 1793, quarto degli otto figli di Cesare (1763-1830), conte di Legnasco e marchese di Montanera e d’Azeglio, e di Cristina Morozzo di Bianzé (1770-1838). Nel 1800 il padre — animatore in Piemonte delle Amicizie Cattoliche, sorte dall’iniziativa del venerabile Pio Bruno Lanteri (1759-1830), e fondatore del giornale l’Amico d’Italia — si trasferisce in Toscana in seguito all’avanzata delle armate di Napoleone Bonaparte (1769-1815), e il giovane Prospero compie i primi studi al Collegio Tolomei di Siena, retto dai padri scolopi, dove conosce il conte Clemente Solaro della Margarita (1792-1869), futuro segretario di Stato per gli Affari Esteri del regno di Sardegna. Nel 1807, in seguito a un editto dell’imperatore francese, che intima il ritorno in patria ai sudditi piemontesi residenti all’estero, rientra nella sua città, dove continua gli studi all’Accademia, l’ateneo torinese, conseguendo il diploma in Magistero nel 1809. Chiamato alla scuola militare di St.-Cyr, a Parigi, dopo sette mesi ottiene la dispensa dalle armi e può dedicarsi agli studi sacri nel seminario di Torino, rispondendo alla vocazione sacerdotale rivelatasi in modo folgorante in occasione di un breve corso di esercizi spirituali guidati da don Lanteri. Sceglie quindi la vita religiosa ed entra nella Compagnia di Gesù il 12 novembre 1814, qualche mese dopo la sua ricostituzione per opera di Papa Pio VII (1800-1823). Compie il tirocinio ordinario presso il noviziato di Sant’Andrea al Quirinale, a Roma, quindi, nel 1818, è ministro del Collegio di Novara — di cui sarà rettore dal 1822 al 1824 — e il 25 marzo 1820 viene ordinato sacerdote dallo zio, il cardinale Giuseppe Morozzo della Rocca (1758-1842), vescovo di quella diocesi. Dal 1824 al 1829 è rettore del Collegio Romano, meglio noto come Università Gregoriana, dove avvia l’opera di rinascita della filosofia scolastica, alla quale si dedicherà con cura particolare durante gli anni in cui è preposito provinciale di Napoli, dal 1829 al 1833. Viene quindi destinato al Collegio Massimo di Palermo, dove vivrà per quindici anni consecutivi e svolgerà i più disparati compiti — da direttore spirituale a insegnante di lingua francese, da direttore della cappella musicale a professore di Diritto Naturale —, mettendo a frutto i suoi straordinari talenti. Collabora per alcuni anni a La Scienza e la Fede, il battagliero periodico cattolico fondato a Napoli, nel 1841, dal filosofo Gaetano Sanseverino (1811-1865) e dal gesuita Matteo Liberatore (1810-1892), e nel 1843 dà alle stampe il Saggio teoretico di diritto naturale appoggiato al fatto, vera enciclopedia di morale, di diritto e di scienza politica, ampliato e perfezionato fino all’edizione definitiva del 1855, in cui è notevole, e dichiarato, l’influsso delle tesi del diplomatico savoiardo conte Joseph de Maistre (1753-1821) e del pensatore e uomo politico svizzero Carl Ludwig von Haller (1768-1854). Negli anni seguenti guarda con simpatia al movimento neoguelfo di Vincenzo Gioberti (1801-1852) — che aspira a creare uno Stato federativo italiano guidato moralmente, se non politicamente, dal Pontefice —, ma non condivide il carattere di assolutezza che i cattolici liberali attribuivano al principio di nazionalità. Sulla questione interviene con l’opuscolo Della Nazionalità — concepito come un’annotazione da inserire nella quarta edizione del suo Saggio teoretico di diritto naturale appoggiato al fatto, pubblicato autonomamente nel 1847 e poi ristampato in un’edizione accresciuta nel 1849 —, attirandosi le critiche dei fratelli Roberto (1790-1862) e Massimo (1798-1866) e dello stesso Gioberti, i quali crederanno erroneamente che la nota fosse stata sollecitata dalla Compagnia di Gesù per compiacere l’impero asburgico. Nel 1848 sostiene il programma autonomistico dei palermitani insorti contro lo Stato accentratore nato dalla tradizione illuministica del Mezzogiorno continentale, illudendosi di assistere alla liberazione della Chiesa dai lacci del giurisdizionalismo e al ritorno del primato della società civile sullo Stato. In quell’occasione auspica la costituzione di comitati di laici, formati da "[...] cattolici arditi, periti delle forme costituzionali, zelanti pel bene della Chiesa [...], i quali assumano l’incarico di farsi motori e di guidare con prudenza e con fermezza il senso cattolico delle moltitudini". Anche la rivoluzione siciliana, però, imbocca la via della persecuzione antigesuitica e padre Taparelli è costretto a rifugiarsi in Piemonte e poi a Marsiglia. Nel 1850 viene chiamato a Napoli e poi a Roma per collaborare a La Civiltà Cattolica, la rivista sorta per desiderio di Papa Pio IX (1846-1878) e fondata il 6 aprile di quell’anno dal gesuita Carlo Maria Curci (1810-1891), la quale recherà un contributo decisivo al Sillabo — l’elenco "dei principali errori dell’età nostra", pubblicato l’8 dicembre 1864 —, al Concilio Ecumenico Vaticano I (1869-1870) e soprattutto all’opera di restaurazione della filosofia tomista, che avrà il suo coronamento sotto il pontificato di Leone XIII (1878-1903). Padre Taparelli, redattore per la sezione filosofica e sociale, vi svolge in oltre duecento articoli — raccolti in parte nell’Esame critico degli ordini rappresentativi nella società moderna, del 1854 — una critica acuta del liberalismo filosofico e politico, diventando il "martello delle concezioni liberali", secondo la felice definizione del padre gesuita Antonio Messineo (1897-1978). Negli ultimi anni tratta anche di economia, riconducendo la materia nella più ampia cerchia dell’ordine morale, giacché il criterio del profitto non può essere considerato assoluto ma deve essere sottoposto a criteri morali, in particolare a quelli connessi con il principio di solidarietà. Superiore della Casa degli Scrittori de La Civiltà Cattolica e direttore della rivista, muore a Roma il 21 settembre 1862. Jesuit philosopher and pioneer sociologist. This work (first published in Italian in 1840-43) was, in a way, the beginning of modern political sociology. In it he developed the position that civil government originates in an extension of paternal power through the patriarchal head of groups of families. In his description of this higher and more comprehensive government, the natural outgrowth of lesser governments, many have seen an anticipation of the United Nations. - G

Bibliografía

Estudios sobre el traductor

  • Baasner, Frank & Francisco Acero Yus (dirs.), Doscientos críticos literarios en la España del siglo XIX, Madrid-Darmstadt, CSIC, Instituto de la Lengua Española-Wissenschaftliche Buchgesellschaf, 2007.